sabato 17 dicembre 2011

Haiku




La luna nuova.


Lei pure la guarda


da un'altra porta.


Jorge Luis Borges






























venerdì 10 settembre 2010

Io ti chiesi



Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.

Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste.


HERMAN HESSE

venerdì 13 agosto 2010


Fu qui che la mia estate si interruppe

Che maturazione dopo di allora

Verso altro scenario o altra anima

La mia sentenza ebbe inizio.

Verso l'inverno muovere

Con l'inverno convivere

Và ad ammanettare il tuo ghiacciolo

Alla tua Sposa Tropicale


(Emily Dichinson)


L'estate finisce quando finisce l'amore; da quel momento la sentenza è esecutiva e ci porta in uno scenario completamente diverso, come se avessimo cambiato anche la nostra anima. E' una sentenza che prevede di andare verso l'inverno, di convivere col suo gelo, come se una sposa sino a quel momento ardente d'amore si trovasse ammanettata a un freddo e inerte ghiacciolo.

(Nota di Giuseppe Ierolli)


"Probabilmente non esiste nessuna intimità che possa competere con

due sguardi che si incontrano con fermezza e decisione

e che semplicemente rifiutano di lasciare la presa."

"La ragazza delle arance" di Jostein Gaarder
Viene l'ora in cui termina la supplica,
Quando le labbra a lungo mediatrici
Percepiscono che la preghiera è vana.
"Non devi" è più benevola spada
Che da un frustrante Dio
Un "Discepolo Ripassa."

(Emily Dickinson)

Arriva il momento in cui si rinuncia al dubbio, o a un desiderio fortemente voluto; o meglio, si accetta di non sapere, ci si rassegna a non avere, una condizione meno frustrante di un continuo chiedere che non approda a nulla.
(nota di Giuseppe Ierolli)

venerdì 23 luglio 2010

Rammendi

"Oggi rammendo
l’affetto verso il mondo
il nido
il maglione bucato.
il manto dell’edera
le parole rosso sangue
il futuro il presente il passato.
voglio provare a fare la pace.
voglio provare a intenerire il creato".

(Francesca Genti)

domenica 18 luglio 2010

Da un gradito regalo, una dedica al...Mittente!

Il tuo Amore mi ha salvato

e mi restituisce ai miei sogni.

(sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto)

Cogli il Fiore

Cogli questo piccolo fiore
e prendilo. Non indugiare!
Temo che esso appassisca
e cada nella polvere.

Non so se potrà trovare
posto nella tua ghirlanda
ma onoralo con la carezza pietosa
della tua mano - e coglilo.

Temo che il giorno finisca
prima del mio risveglio
e passi l'ora dell'offerta.

Anche se il colore è pallido
e tenue è il suo profumo
serviti di questo fiore
finché c'è tempo - e coglilo.

Rabinadranath Tagore

domenica 13 giugno 2010

Sfiorando l'Amore

...da sempre la mancanza più asfissiante,
più triste,
più inumana,
una mancanza dura come un macigno conficcato nel cuore,
è rappresentata dalla completa assenza dalla mia vita
della parola Amore,
dell’assenza di una donna che mi ami e da amare.
Il mio rapporto con i sentimenti è stato sempre pessimo...
...La mancanza di Amore è totalizzante
perché te la porti dentro ogni singolo istante della tua vita.
Qualunque cosa io faccia...
...la mancanza di una donna (...vicina che mi ami...)
è sempre là,
nel centro dell’anima come un enorme buco nero
che non riesco a riempire
con un volto femminile sorridente e radioso.
Poi l’Amore te lo trovi davanti ogni momento della giornata.
Compare tra le luci di un film,
tra le pagine di un libro,
tra i portoni e gli angoli delle strade
e ti colpisce con una ferocia inaudita
ricordandoti che esiste ma che tu non l’avrai mai.
Dico “mai” perché mi possono dire milioni di volte che
“quando meno te l’aspetti l’Amore arriva”,
che “una donna ti sta già aspettando”,
che “è solo una questione di tempo”
ma io so,
dopo aver riflettuto molto su questo,
che l’unica verità della vita sono i fatti
ed i fatti costruiscono il presente ...
...Non dico che stare insieme ad una persona
sia un rimedio miracolistico per tutti i problemi
e infatti ci sono sempre più coppie che scoppiano ma,
credetemi,
è meglio vivere con una persona e magari talvolta litigare di brutto
che essere scoperti dall’ennesimo tramonto
appoggiati alla finestra soli come cani
e le lacrime come unica compagnia.
Io non so il perché a 46 anni non sia mai riuscito a farmi amare,
non credo di essere uno stronzo,
non credo di essere una persona egoista,
non sono certamente un maschilista.
...mi rendo conto che purtroppo non sono poche le ragazze,
e non solo le ragazze,
che più sono trattate di merda più amano il loro “torturatore”.
Io invece sono sempre stato una persona
gentile,
disponibile,
sensibile ...
...E’ vero, sono molto timido,
ma sono sicuro che ad una donna
sarei capace di regalare una marea di emozioni
e questo non perché io sia un supereroe romantico
ma perché sono dell’idea
che la principale caratteristica dell’essere umano
sia quella di poter esprimere le proprie emozioni
al cospetto di un altro essere umano disposto a fare altrettanto.
...Non so il perché non ci sia una donna al mio fianco
che mi arruffi i capelli,
non so il perché non ci sia una donna al mio fianco che mi accarezzi con dolcezza,
non so il perché non ci sia una donna al mio fianco che mi guardi con gli occhi così chiari
da poter riflettere tutto il mio Amore.
Scrivere questo post è difficile
perché devo continuamente asciugarmi le lacrime
che nascono dalla voglia di perdersi nel blu di una vita in due,
dalla voglia di toccare l’universo con un dito,
dalla voglia di vedere la realtà che cambia colore,
dalla voglia di stringere le mani della mia donna
e percorrere con lei il resto della strada.
E invece così non è.
Ora spegnerò il computer,
mi asciugherò definitivamente le lacrime...
...sfiorando i baci dei ragazzi,
i sorrisi delle coppie più mature,
il cammino lento di due anziani che si sorreggono a vicenda,
sfiorando l’Amore che m’inchioda alla mia immensa tristezza.

(dalla rete)

Emozioni

In silenzio si affacciano
in punta di piedi
sull'uscio dell'anima.
E contenerle
non si può.
Altrimenti il cuore scoppia.

(dalla rete)

Sogni

Sogni e speranze
appartengono solo
a chi ne percepisce
la reale
importanza.

(dalla rete)

Solitudine

Solitudine,
madre, sorella, amica,
amante mia.
Come vorrei che
qualche volta andassi via.


(dalla rete)

Lacrime e solitudine

Nella mia notte infinita
danzano lacrime.
Melodia di un cuore
che non si vuole
arrendere.

(dalla rete)

sabato 12 giugno 2010

Solitudine

Ha una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare
e solitudine la morte - eppure
tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’anima al cospetto di se stessa:
infinità finita.

(Emily Dickinson)

giovedì 27 maggio 2010


Sulla terrazza del palazzo lei e dovunque lei, alle spalle lei
lei, davanti lei,
sul letto lei e in ogni strada lei; malato di separazione
da lei,
anima mia, non c'è altra forma per me se non lei, lei,
lei, lei, lei, lei nel mondo intero: è questo non esser due?

(AMARUKA, Solo Lei)

Un regalo...rubato in rete...dedicato (mea culpa) in ritardo ad una Meravigliosa Amica...

...dedica...ad una Dolcissima Amica...

domenica 10 gennaio 2010

Dedica...

Dedicato a tutti quelli che possono comprendere...
un Amore incompiuto...
Prende alla bocca dello stomaco, alla mente, al cuore...
questa musica meravigliosamente struggente di Vita.

domenica 3 gennaio 2010


Se avessi il drappo ricamato del cielo,

intessuto dell'oro e dell'argento e della luce,

i drappi dai colori chiari e scuri

del giorno e della notte dai mezzi colori dell'alba e del tramonto,

stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:

invece, essendo povero, ho soltanto i sogni;

e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;

cammina piano, perché cammini sui miei sogni.

William Butler Yeats, da "Il vento tra le canne", 1899


Che sia l'amore tutto ciò che esiste

È ciò che noi sappiamo dell'amore;

E può bastare che il suo peso sia

Uguale al solco che lascia nel cuore.

(Emily Dickinson)

venerdì 1 gennaio 2010

Parole d'amore


C'è il profumo di una rosa
che brilla quando accarezzo
la tua mano calda...
ti sfioro i capelli
perdendomi nell'oceano
dei tuoi occhi
e non riesco a frenare
il mio desiderio
di sfiorarti il corpo
con parole d'amore

PUBBLICATO DA MYWAY

Noi siamo soli...

Noi siamo soli, soli di paura,
nell'altro è l'unico appoggio,
ogni parola sarà come un bosco
su questo nostro cammino.
La volontà è solo il vento
che ci spinge, vortica e incalza,
noi stessi siamola nostalgia in fiore.

(Rainer Maria Rilke)

I miei pensieri sorgono...

I miei pensieri sorgono e si dileguano nella solitudine,
il verso che vorrebbe rivestirli
si scioglie via come la luce della luna
nel raggio del mattino che si stende:
come eran belli, come stavano decisi,
screziando il cielo stellato come un tessuto di perle!

(Percy Bysshe Shelley)

Buonanotte - Verso la Valle dei Sogni


La farfalla non conta gli anni

ma gli attimi

perciò il suo breve tempo

le basta.

Tagore

I tuoi occhi...




Il mio cuore, uccello del deserto

Ha trovato il suo cielo nei tuoi occhi.

Essi sono la culla del mattino,

essi sono il regno delle stelle.

(Tagore)

Chiudi gli occhi...e ascolta...



La voce del vento entra dentro di te
e avvolge il tuo cuore con la magia che ha in sè.
Puoi sentirla vivere.
Ti parla in silenzio dell'amore che ho per te. Ti amo!

Whitney Houston - I Will Always Love You

Vi auguro sogni a non finire la voglia furiosa di realizzarne qualcuno...


vi auguro di amare ciò che si deve amare

e di dimenticare ciò che si deve dimenticare

vi auguro passioni

vi auguro silenzi

vi auguro il canto degli uccelli al risveglio e risate di bambini

vi auguro di resistere all'affondamento,

all'indifferenza,

alle virtù negative della nostra epoca.

Vi auguro soprattutto di essere voi stessi.


Jacques Brel

OK, fatti avanti... non ti temo.

Scorri pure,
o Vita...
Ma lentamente.
Fà ch' io possa suggere
per intero
tutto il tuo nettare.



Il demone dell'undicesimo giorno


Una giorno un contadino giapponese decise
di andare a vedere la Festa della Luna a Kyoto.
Il cammino era lungo e pesante,
ma aveva sentito dire che la festa era una delle cose più belle
alla quale un essere umano avrebbe mai potuto assistere.
Decise allora di incamminarsi
e stimò che da casa sua alla città vi erano dodici giorni di cammino.

Il viaggio, in effetti,
fu molto faticoso e venne sorpreso da terribili tempeste di neve,
sfuggì all'assalto dei briganti del bosco
e per un po' non venne divorato da un lupo.
Eppure andò avanti, fino a quando nel penultimo giorno di viaggio
trovò una frana lungo il suo percorso.

"Basta" gridò con voce spezzata e sconfitta
"non posso continuare in questo modo!
Se anche questo è successo,
vuol dire che non è destino che io veda la Festa della Luna".

Si voltò indietro per tornare a casa ma a quel punto un monaco,
che lo aveva sentito imprecare contro la sorte avversa, gli disse:
"Se nella strada da casa tua a Kyoto ti fermerai all'undicesimo giorno,
come farai a vedere la Luna sulla capitale?"

Il contadino capì che se aveva avuto il coraggio di intraprendere il viaggio
non sarebbe stata la frana a fermare i suoi intenti.
L'unico modo di scoprire se valeva la pena continuare il cammino
era quello di andare oltre.
In caso contrario,
la Luna sarebbe rimasta solo un disco di ghiaccio e d'argento in mezzo alla notte.

(dedicato a tutti quelli che ogni tanto pensano di non farcela)

sabato 26 dicembre 2009

Ancora due Perle...indicibilmente Belle...





Commosso, ricevo questo dono d'una Carissima Amica...

Celtic Woman - Silent Night

Buon Natale


Ti auguro una pioggia di lettere

e di bigliettini d'auguri, risate e baci

al gusto di caramella.

Ti auguro calore e riparo, cibo e acqua,

pace dello spirito, libertà, amicizia, amore.

Buon Natale!

Anonimo)

Auguri di Natale

venerdì 25 dicembre 2009

Una Favola Sanscrita


Il Creatore del Mondo dopo fatto l' uomo...
prende il cerchio luminoso della luna,
le curve del serpente,
lo spledore del verde di foglia fresca,
il lutto delle nuvole,
la selvagita' della tigre,
il ballo delle fiamme,
la crudelta' della neve,
il canto del uccello
ed ha fatto la donna...
e l'ha portata all' uomo...
dopo 3 giorni pero'... l'uomola riporto' al Creatore dicendo:
Questa donna che mi hai regalato
parla in continuazione,
non mi lascia mai solo!
piange spesso... e si lamenta...
vuole tutto il mio tempo!!!
Cosi il creatore l'allontano' da lui. Ma... dopo 3 giorni l'uomo... è ritornato...
chiedendo di riprendere la sua donna...dicendo:
La mia donna sapeva cantare...
ballava divinamente...
si attacava al mio corpo quando aveva paura!
rideva come una musica e la sua bellezza...non.... la posso scordare.
Il Creatore ha permesso che la prendesse indietro...Quando dopo di 3 giorni... la riporto'
piangendo che non se la fa piu' a stare con lei...
Dio gli ha risposto:
Ma, tu figlio mio, non puoi ancora stare con lei.
ma nemmeno...esistere senza di lei.
Attento...pensaci bene...
e cerca di trovare il miglior dei modi per Esistere... figlio mio!!!
(tradotto dal greco, dal libro : "Il canto della Dea EVA" di M.D.Mascetti da Lunapiena)

giovedì 24 dicembre 2009

Augurio


Ieri volevo rubarti il cuore.
Oggi, ove esistesse un demone o un dio,
chiederei in dono rubarti solo dolore,

e per tutto l’anno a venire.
Onde sublimare pace, armonia e benessere,

al tuo spirito inquieto.

domenica 20 dicembre 2009

...

Per vivere soli si deve essere una bestia o un dio − dice Aristotele.
Manca il terzo caso:
si deve essere l'una e l'altra cosa − filosofo.
Friedrich Nietzsche, Il crepuscolo degli idoli, 1888
La capacità di giudizio personale matura nella solitudine con la riflessione,
il dubbio e richiede di saper guardare il mondo con curiosità,
con stupore, con ingenuità, con cuore puro.
Tutte cose che, di solito, non sappiamo fare.
(F. Alberoni, Corriere della Sera, 12 marzo 2007)

...

I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero.
La memoria, nell'affievolirsi, li allenta;
e, nonostante l'illusione di cui vorremmo essere le vittime, e con la quale,
per amore, per amicizia, per cortesia, per rispetto umano, per dovere, inganniamo gli altri,
noi viviamo soli.
L'uomo è l'essere che non può uscire da sé,
che non conosce gli altri se non in se medesimo, e che, se dice il contrario, mentisce.
(M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto)

Solitudine...

Tutti coloro che prendono seriamente se stessi e la vita, vogliono stare soli, ogni tanto.
La nostra civiltà ci ha così coinvolti negli aspetti esteriori della vita,
che poco ci rendiamo conto di questo bisogno,
eppure la possibilità che offre, per una completa realizzazione individuale,
sono state messe in rilievo dalle filosofie e dalle religioni di tutti i tempi.
Il desiderio di una solitudine significativa non è in alcun modo nevrotico;
al contrario, la maggior parte dei nevrotici rifugge dalle proprie profondità interiori, ed anzi, l'incapacità di una solitudine costruttiva è per se stessa un segno di nevrosi.
Il desiderio di star soli è un sintomo di distacco nevrotico soltanto quando l'associarsi alla gente richiede uno sforzo insopportabile, per evitare il quale la solitudine diviene l'unico mezzo valido.
(K. Horney, I nostri conflitti interni)

martedì 8 dicembre 2009

...e parlava


… e parlava,
un’ora e oltre,
in quel modo tutto suo,
estremamente enfatico,
sfiziosamente gestuale,
di contralto sì assente dall'interlocutore…
Sola con se stessa.
Solo io stesso.

domenica 6 dicembre 2009

Spreco...

Ho vissuto tutti questi anni,
in una spaventosa solitudine morale
e nell'indifferenza di chi per cui
mi battevo e dibattevo
nella quotidiana difficoltà di vita.
Resta una sola cosa da fare...
inutile, quanto doverosa:
guardarmi in uno specchio... e sputarvi dentro.
Spreco immane, senza rispetto alcuno, per dieci anni di vita.

domenica 6 settembre 2009

Solitudine e felicità

La felicità nasce dalla solitudine
come un fiore dalla terra.
Le relazioni con gli altri
sono la pioggia che nutre la terra.
Cercare la felicità
evitando la solitudine
è come innaffiare la nuda roccia
sperando che vi nascano i fiori.

(tratto da www.solitudine.org)

Solitudine e amore

Solitudine e amore sono
reciprocamente dipendenti.
Nell'amore la solitudine diventa libertà
e dalla solitudine
l'amore trae vigore e profondità.

(da www.solitudine.org)

Sono solo illusioni

C'è un uomo che vive solo in una casa spoglia,
senza televisore, senza quadri alle pareti, coi muri bianchi un po' scrostati,
con le lampadine che penzolano nude dal soffitto.
Non ha l'automobile, ma ha tre biciclette.
Ha pochi amici, di quelli sinceri. Gli dicono che vive da asceta. Ma non è affatto un asceta.
Quest'uomo sogna che un profumo dolce abiti le sue stanze.

Quest'uomo, quando i suoi occhi fugacemente incontrano
l'eterea levità di un viso di giovane donna, prova dolore.
E allora ripete a se stesso: "la sua bellezza è dentro di te".
Il dolore si stempera, ma resta quel senso di mancanza che, a volte,
s'impregna di un vago livore verso madre natura,
colpevole di donare ad alcuni copiosamente ciò che ad altri nega senza un perché.
In auto con amici verso il mare, la radio ripete canzoni datate.
Un'amica sospira: "la canzone del mio primo bacio!"
E lui sorride, pensando:
"e se ora chiedessero a te: la canzone del tuo primo bacio, qual è?
Ti salverebbe la tua autoironia: attendo che ne venga composta una degna di tale ruolo".
Ma lui lo sa che madre natura non ha alcuna colpa.
E sa anche che la felicità non dipende da quel dolce profumo,
né dal viso di donna che un giorno potrebbe donare anche a lui - proprio a lui - la sua luce.
E neanche, di questo ne è certo, da quella canzone che un musicista,
pietoso ed ignaro, potrebbe un giorno comporre.
Sono solo illusioni...

(Scritto da Davjdek - http://www.solitudine.org/)

martedì 1 settembre 2009

E un giorno capirai...

E un giorno,
poco importa quando,
capirai,
quanto grande e profondo era il mio Amore.

E un giorno,
poco importa quando,
capirai,
le ragioni vere, intime e profonde, del mio sfortunato Amore.

E un giorno,
poco importa quando,
capirai le ragioni vere, quelle tue, tutte quante,
di ostinata, continuata e crudele fonte, per dieci anni, delle mie sofferenze.

E un giorno,
poco importa quando,
capirai,
tutto quanto... oh sì, capirai... semplicemente... capirai tutto quanto.

E un giorno,
poco importa quando,
sarai tu a cercarmi,
per porgere le scuse, alla mia anima oggi vinta, ma con te sempre pulita.

(possa, da oggi a sempre, arriderti fortuna e prosperità... possa la tua ricerca continua colmare quell'animo inquieto che forse non ho saputo cogliere o avvicinare)

lunedì 1 giugno 2009

Gabbiani


"Non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace.

Io son come loro in perpetuo volo.

La vita la sfioro com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.

E come forse anch'essi amo la quiete, la gran quiete marina,

ma il mio destino è vivere balenando in burrasca."



Gabbiani - Vincenzo Cardarelli

domenica 31 maggio 2009

Era tuo diritto svegliarmi...ma perchè stuprarmi nel Sogno?


Mi resta solo un senso, come di… spreco. Sentimenti, speranze, illusioni. In una parola: i miei Sogni.
Avevi tutto il diritto svegliarmi, ove il mio sogno era così lontano dal tuo.
Nessuna scelta si pretende definitiva. Tantomeno ti chiedevo “subirmi”. Mi sarei vergognato.
“Disumano” è stato scaricare il tuo errore su di me. Per intero.
Credi avermi lasciato, come hai sempre fatto con gli uomini della tua vita.
Non credo sia così, se guardi bene… E non me ne faccio vanto. Era … difficile, difficile… lasciarti.

Sono stato accusato di immobilismo, da te, mio fratello… persino.
Una attività chiusa, poi un lavoro umile, poi un tentativo andato a male, poi un altro…
poi l’ingresso in un settore nuovo… ove ho fatto l’impiegato, il manager, l’imprenditore …
poi un matrimonio…sui generis, all’estero, tra l’altro… con una intera “famiglia”…
poi altra società…
poi ancora… di nuovo a ricominciare…
poi nel frattempo e bel mentre la fine d'un matrimonio.

E tutto negli ultimi dieci anni.
E quasi tutto con il sostegno morale inesistente, di una donna, compagna, moglie.
Sempre troppo occupata, indaffarata, con misteriosi e a me ignoti “amici”…

Se avessi il benché minimo rimorso per la fine di questa relazione,
ove provassi il minimo senso di colpa o di leggerezza, oggi mi toglierei la vita, per il rimpianto. Impazzirei.
Non mi porrei problema alcuno, umilmente, nel chiederti e richiederti il perdono. In ginocchio.
Non sarei così stolto da rinunciare, senza combattere, al Sogno d’una vita.
Mi sei entrata dentro, oltre ogni tua immaginazione. Ho creduto sin essere malato: dipendenza affettiva, la chiamano.
Non è così… e di questo son oggi certo. Perché ho avuto la forza di mettere la parola Fine.

Non rimprovero la parte di te che mi ha catturato, segnandomi a vita.
L’incredibile univocità che ti caratterizza e che mai ho intravisto in alcuna.
Quello è il tuo essere. E l’innamorarmi, ove non dovevo, è stato un problema solo mio.
Capire che ero poco per te, sotto molti, o tutti gli aspetti, è stato il mio sbaglio. Il più grande della vita.
Ma potevi, e forse con miglior risultato per tutti, alfine, risparmiarmi i nove decimi delle sofferenze che m’hai inferto.
La totale insensibilità, in una persona che di contralto per tutto ciò che compete la sfera del “suo”,
è emblematicamente una foglia al vento,

è paradossalmente il motivo mio d'amore forse principe, che purtroppo non riesce a morire...
è il motivo ultimo che mi ha reso non solo impossibile la convivenza,
ma mi lascia spezzato dentro, piagandomi l’animo in un inguaribile grumo di sangue e materia putrescente.
Perché…? Perché ero fondamentalmente credulo che la tua continua esternazione di sensibilità
ove ti riguardava, l’avresti, sebbene in misura ridotta, rapportata anche a me stesso…
Sciocco, stupido e illuso, ho creduto nei valori, il rispetto anche per il dolore altrui,
dell’altro come lo si ha di se stesso… ridine pure … in cuor tuo, ma almeno da domani non ti sento...!

Ogni ferita, ancora aperta, reiteratamente l’irroravi con olio bollente.
Scuoiandomi l’animo. SEMPRE insensibile alla mia pur evidente e manifesta agonia.
Ego cieco, inutile… per fare, o arrivare, a cosa...?
Io non ho mai preteso cambiarti... non si estrapola dall'uno solo il buono e il bello.
Ma la dignità, la mia dignità di persona, quella no... non è in vendita, neppure per l'Amore della Vita,
quel treno che una volta perso, non tornerà mai più.

Quale senso avrebbe avuto scagliarmi con poche e mirate “azioni” contro chi era un tutt’uno con la mia stessa anima?
Mi son limitato a difendermi, in ritardo, di malavoglia e a malapena. E neppure questo hai capito…

Non pretendevo il mio cuore uscisse indenne da questa storia.
Era tuo diritto rinnegarmi, come tua scelta, “accettazione” , tanti anni fa errata…
Se pur vero che il cammino della vita e la coincidenza… ma sì anche la mia caparbia testa dura,
ti ha portato al mio stesso incrocio, sopra il delicato tappeto del mio pulito e profondo sentimento,
intessuto nella trama del mio Sogno più ardito, dal primo istante che ho intravisto il tuo ovale.
Tu eri ben cosciente e consapevole di tutto questo,
e per questo, ancor oggi, forse inutilmente ossessivo,
mi chiedo e richiedo perchè non lenire almeno tanta sofferenza...?
Eppure era già un bel pò neppure speravo, tantomeo osavo chiederti, almeno provare, a volare insieme...
Eppure bastava sì poco. Bastava camminare piano... sui miei Sogni. Magari in punta di piedi.

Chi prova in modo sì intenso il sentimento è naturale trovi sofferenza nell’Amore.
C’è però differenza, e tanta, tra l’involontarie punture di spillo,
e i chiodi acuminati conficcati per tanti anni, a viva forza…
pari gli zingari, col tuo Cristo in croce.
Scientemente e coscientemente cieca e sorda, al mio genuflesso, e muto, implorante mirarti.

Ma io non sono il Cristo di cui voi credenti narrate.
La sua, posto sia accaduta, è stata una sofferenza “scelta”…
e la mia blasfemia aggiunge, durata tre soli giorni, e sebbene atroce, comunque poi lui è risorto.
Il mio strazio è durato tre...mila giorni.
E io non sono purtroppo Gesù Cristo, tantomeno l’Araba Fenice.
E la mia vita non sarà mai più la stessa di prima.
Parte di me, forse la più bella, è morta per sempre.
Un evitabile, lunghissimo stupro morale... ero un Bambino nelle tue mani, quelle piccole mani che adoravo.
E forse tuttora in parte lo sono, se proprio non riesco a comprendere perchè l'hai fatto,
soprattutto quale senso aveva farlo, visti i risultati, per noi tutti...

Voglio ancor oggi credere che forse restava per te un gioco, forse neppure calcolato,
rimestare dolorosamente il mio animo per semplice avventura.
Ma non sei una ragazzina, e non posso perdonare quell'immenso ego.
Che ti ha portato a ignorare e disprezzare leve intime e profonde d'una persona matura e sola.
Nudo e inerme nelle tue piccole mani.
Neppure io mi spiego perchè così ingenuamente e intimamente convinto che mi avresti rispettato.
Tradire questa fiducia, non so cosa sia... Forse ti manca una coscienza, per agire così.


Un cuore spezzato non vede i colori.

Da bambino il mio fiore preferito era il semplice papavero.

Amavo il rosso, il colore della vita.




Preghiera


O lacrime,

abbandonate i wadi

dei cuori soli.


Ove non è

il calore d'una carezza

che vi porti via.

Veglia...


Puntute radici,

edera nera che affligge il cuore.

La vita è solitario dolore.

sabato 30 maggio 2009


Era terrore, un vero terrore, in tutti questi anni, il solo pensiero di questo momento.
Non sono padre, ma sono stato figlio…
Conosco il dolore d’un cordone ombelicale tagliato.
Morte e Amore sono le due facce della stessa medaglia.
Lei era per me il fluire stesso della vita.
Un legame costantemente intenso, profondo, fin dal primo istante che l’ho vista,
un giorno ormai lontano circa dieci anni fa.
Non avevo strada alcuna per alimentare la mia speranza,
se non un immane sforzo di comprensione,
quale muta o urlata, volutamente impotente, risposta alle sue azioni.


Tre anni fa avevo già certezza che era questo il punto d’arrivo di questa relazione.
Il mio umile agire, di tenace e paziente, ostinata … formica nel costruire,
o meglio nella vana illusione di costruire, con tutti i miei limiti, un rapporto,
e nell’insieme realizzare progetti finalizzati null’altro che al futuro…familiare,
è stato preso e interpretato, e giudicato insufficiente, solo per il superficiale,
giocoforza limitato perché ancor neonato, risultato materiale.
Ho pagato, senza sconto morale alcuno il mio “errore”,

l’aver accettato la mia univocità di sentimenti, sin dall’inizio mai corrisposta.
Ero consapevole della possibilità scontarne atroci conseguenze, sofferenze impostemi,
di cui un animo altrui ha volutamente ignorato l’esistenza, per tantissimi anni.

La mia era una speranza mai sedata, perché amavo…
Ingenuamente, sin quando mi si è parata innanzi “scortata” …che illuso!...
Credevo lei venisse in pace e per la pace, a darmi spiegazioni cui una persona,
uomo o donna che sia ha diritto, quando ne è lesa la dignità…
E il cuore in un istante mi venne caldo, accogliente e aperto, spalancato come sempre…
per ritrovarmi pochi istanti dopo attonito, a terra, ferito, gli occhiali scalzati:

cercai solo il suo sguardo.
E quando lo trovai solidale e solo preoccupato preservare suo genero,
poi sin con la disgustosa menzogna, rinnegandomi…al punto che sin i militi ne risultarono scossi…
All’Amore, il suo, pur di restarle accanto,

avevo già rinunciato in uno squallido ufficio matrimoniale.
Per giungere al quale avevo lasciato e ignorato ogni consiglio e buon senso comune.
Mi aspettavo però da lei, ero certo,

a fronte del mio coraggio nell’assumermi responsabilità enormi,
solo per Amore,
almeno da parte sua una scontata comprensione,
e un conseguente rispetto per i valori fondamentali cui non un uomo innamorato,
ma una qualunque persona ha diritto.


Solitudine non è una compagna insopportabile.
Combattere in solitudine, contro tre persone unite nella bugìa, è un ruolo che non auguro alcuno.

Ero povero e rimango povero…
Non rimpiango quattro spiccioli, ritenevo, era un dovere spendere per la “mia” famiglia…
Una conseguenza di responsabilità che mi ero assunto con gioia.
Credo che se uomini animati e sostenuti anche da un semplice sguardo, una stretta di mano,
la carezza d’una compagna, ebbene se questi uomini scalano in virtù di quella forza

vette gelide e ostili, e innalzano templi agli dei o grattacieli,
alcuni addirittura diventano presidenti…
Io credo che qualcosa di buono avrei combinato.
Venne un periodo, breve, che mi sentivo felice come un bambino e fortissimo come un toro.
Prima che lei arrivasse rilanciai una Azienda quasi morta… tutto quel che facevo, era solo per lei.

Ero un uomo innamoratissimo, nell’accezione più completa e profonda del termine.
Di lei mi era caro ogni respiro, oltre ogni dire.
Ci ho provato a spingere e isolare la mia mente ancor più d’ogni comune sentire.
Ma pian piano, giorno dopo giorno, mese dopo mese, mi si allontanava,
e sin le umiliazioni delle ferite più laceranti e profonde trovavo a ricompensa
del mio atteggiamento permissivo e comprensivo.

Tutto questo fa sì che oggi non provo il folle dolore d’un distacco,
perché questa conseguenza, terribile, viene da lontano.
Io non ho rimpianti.
Sono umile, contento di esserlo perché questo mi ha permesso arrivare all’oggi
senza tralasciare non solo strada,
ma anche sentiero alcuno, inesplorato, per restare al fianco di questa donna.
E’ rimasto un rifiuto, suo, costante.
Che accetto, nell’essenza, perché mai, mai , mai, ho inteso lei prigioniera…

seppure del mio sentimento.
Un uomo che ama, può mai gioire della infelicità della persona amata,
o un amore è forse qualcosa che si compra come una casa o un gelato?
Ero semplicemente poca cosa… quasi il nulla per lei.
Bastava dirlo, “doveva” dirlo, però, quattro anni fa, in quello squallido ufficio matrimoniale.

Il suo errore, l’ha per intero scaricato sulle mie spalle.
I primi quattro anni, anche quelli in Ucraina, io solo, malato e ignorato,
“emigrante”in Italia a mantenere la “mia” famiglia,
posso considerarli ancora conseguenza del mio errore, dell’amante insistente,
che aveva nuotato contro corrente, troppo a lungo, per strapparne un effimero risultato:
una vicinanza fisica, ma mai veramente spirituale, alla quale agognavo,
e che lei non poteva darmi, e della quale non le faccio colpa alcuna.

I restanti cinque anni di inutili e disumane sofferenze,
fanno sì che io affronti questi giorni con una coltre sì d’amarezza a lei ignota
perché come al solito è reinserita in uno schema di sopravvivenza,
giustissima e primaria,
ma conseguenza del suo modo di vivere, che immancabilmente si proietta poi nel materiale.
Un eterno ricominciare.

Ma in tutto c’è del positivo: per questa forza la ammiro.
Oggi come quando la conobbi.
Ma oggi, a differenza di tanti anni fa, capisco che è un percorso,
un accidentato sentiero che si procura da sola.
Che le ha procurato già quattro matrimoni. E conseguenti fallimenti.
Questa ansia di vita,

percepita, ambita, struggentemente desiderata da noi tutti,
non serve se maschera, forse, nel suo caso,

forse un vuoto interiore sì assoluto da spingerla ad un eterno errare
in una vita di contralto che nulla di eterno ha,

e ove, a costo di strappare l’ennesimo sorriso di scherno,
riemerge con prepotenza ai miei occhi di cinquantenne,

che quel che veramente conta e riempie sono stati,
sono e saranno per sempre soltanto i sentimenti.

La sua giustifica, in nome del quale le era lecito e appagante la coscienza “sacrificarmi”, usandomi, era: “Voglio vivere bene!”
Chi è che non lo vuole…?

Ci si sente veramente pieni quando si ama, e almeno in parte, si è riamati.
Comprendo e accetto che ero per lei poca cosa, perché in effetti lo sono.
Ma ero, sono una individualità senziente, non sono il nulla.
E chiedevo il semplice, dovuto rispetto del sentimento.
Ove un rifiuto, e il dolore, sarebbero diventate cose esclusivamente mie.

Ho subito e sofferto l’ambiguità e la bugìa.
Neppure voglio rimpiangere il mio tempo ormai trascorso, dieci anni, quelli centrali,
più interessanti forse nella vita d’un uomo, quello tra i quaranta e i cinquanta…
Uomini molto, ma molto migliori di me stanno peggio:

barboni, drogati, alcolizzati…persino suicidi.

Io rimpiango di questi anni tutto il tempo che non mi ha dato, che per me non aveva mai.
E’ stata questa la sofferenza più grande.
Di nove anni, quanto tempo, realmente abbiamo trascorso insieme?
C’era tempo per tutti, tanti,

innocente o un po’ meno che lo fosse ha “speso” per altri il suo tempo.
Per me quasi nulla, solo miseri scampoli…

A.D. 2009, trenta maggio, riflessioni d’un Gabbiano in planata

martedì 26 maggio 2009

L'Amore ..."è"


L'Amore è ... un Bambino che dorme.

Come mi avete ridotto...


Noooooooooo!!!


Vorrei urlare al mondo tutto quello che ho dentro,
quello che non mi va giù,
quello che a fatica sopporto,
quello di cui vorrei liberarmi e si...
anche quello che invece vorrei con tutte le mie forze....
ma sarebbe inutile, il mondo sentirebbe solo una persona tra tante che strilla,
strilla a squarciagola cose incomprensibili, senza senso, assurde o forse banali....
forse sarebbe meglio se le sussurrassi sottovoce al mondo e se me le urlassi contro
per sentire che suono hanno invece di fermentarle e farle crescere,
aspettando che diventino giganti indomabili....
che stanno strette addosso...soffocano....mi inseguono!!...
(dalla rete)

L'Amore è... un Bambino che piange.


Ho solo coccolato, ove e come potevo, quelle persone...
Spesso più di tante persone che hanno una famiglia cementata da legami di sangue.

Ove ho sbagliato, come è umano sia,

non è mai stato per mero egoismo o per deficiente volontà…
Ho lottato allo spasimo.

E pianto in segreto, silente, quando i risultati non arrivavano.
Colpevolizzandomi oltre ogni limite…

Nel mentre, ho capito che mi stavano soltanto Usando, Sfruttando…

Non contenta, lei, alfine ha pensato bene "punirmi"...
Eravamo al Real Bosco di Capodimonte,
e mi fa, in quel suo parlare come tra sè e sè,
gli unici momenti di incosciente sincerità:
"Se tu avessi mantenuto tutte le tue promesse, credo che sarei stata tranquilla..."
che tradotto significa:
"Se tu mi avessi fatto vivere con diecimila euro al mese,
io forse neppure ti avrei tradito"
Quale discussione serve mai a una frase del genere...
La abbandonai, lì nel bosco,
urlando di rabbia per l'ennesima spudorata rivelazione
dei suoi finanche vantati e paventati tradimenti.
Come discutere con tali premesse...?

Ove giammai avevo fatto promesse, non è nella mia indole.
Preferisco di gran lunga, fin allo spasimo dei miei limiti, agire.
E così feci, tanti e tanti anni.
Un Amore che alla prova dei fatti, ha resistito, prima di soccombere,
a una lista di umiliazioni che sarebbe lunga dieci e più cartelle...
Enucleato dalla "mia" famiglia... perchè tale la credevo, e solo per tale credo
avevo accettato un matrimonio che ben intuivo per lei era solo di comodo.
Isolato in casa mia, estraniato ed emarginato, a partire dalla lingua.
Scacciato in malo modo, il più brutale: la menzogna e l'indifferenza.
Altre eran le "amicizie" che preferiva frequentare.
Per le quali era prodiga di tempo, coccole e attenzioni.
Io ero la bestia da soma. La Tasca Umana. La gallina cui attingere. E basta.
Solo dileggio e disprezzo.
Estraneo nel mio Paese, nella mia Città, in casa...
"nostra" quale l'avevo, sempre, giuro, considerato.
Ove spesso, se non sempre, mi hanno fatto sentire indesiderato ospite.
Sbuffi e sospiri di fastidiosa intolleranza.
Mi ritrassi, ove forse avrei dovuto scacciarle, sin dai primi giorni.
Non è nella mia indole. Le avevo tolte dalla strada, dal marciume materiale e morale.

Mi ero ritratto, in un angolino, non solo della casa, ma del suo cuore.
Ma non vi era posto alcuno per me.
Ero sempre d'ingombro.
E che, pretendevo non subire supinamente corna e tradimenti...?

Non so perchè, o cosa, avesse mi sembrava ormai capire, avuto sempre questa convinzione.
Che avrei sopportato sempre e per sempre questo stato di cose.
Mai aveva compreso che un cuore che sa sul serio Amare,
soffre troppo se tradito, sia nell'ombra della bugìa, che ormai nell'evidenza
che la ritraeva (e non solo metaforicamente)
ora con l'uno, ora con l'altro...
E neppure comprendeva, all'approssimarsi ormai del mezzo secolo pur vissuto,
che talvolta è stata consapevole attesa la mia,
è stata, questa sì cecità forse d'un Amore che non mi riesce trovare parola
quanto intenerisse il mio maledetto cuore...
è stata, era la speranza più che la certezza,
la disperata speranza dell'amante che erano crisi da cui poi ripartire,
un gradino dopo l'altro, per crescere insieme...
Era invece una tortura, colmata nello stupro...
Alfine, ha credutom bene "punire"
la mia paventata inettudine di vita, a far soldi, danaro per lei...
Umiliandomi con una ulteriore squallida tresca,
con la persona che pari loro
ha risposto alla mia Amicizia,
al mio rendergli una opportunità unica nella sua vita,
spogliandomi.
Quando compresi che costui mi rubava, ero disperato,
perché indirettamente rubava “Lei”…
Ignaro che “Lei” mi tradiva, proprio con costui…
Quante umiliazioni…lei a letto ghiaccio immobile:
“Se vuoi, fai tutto tu…io non ho voglia di fare niente”.
Quante umiliazioni, i suoi lividi su parti intime del corpo.
Le mie richieste di spiegazioni, semplicemente ignorate,
come se “quel che non si vede non è colpa”.
Questa la sua orrida teoria,
impostami già quando trafugò la foto con uno dei suoi tanti “amici” in barca…
E mi insultarono, aggredendo la mia psiche come una triade,
“pazzo e visionario”, e “malato”,
e subii la beffa di veder sostituita la stessa con una foto innocente…

E… mi sono …sempre solo …”difeso”
con le sole urla della disperazione.
E' tutto ciò che mi resta.


Lasciatemi in pace, almeno oggi che sono nudo, stanchissimo o malato.