venerdì 28 novembre 2008

Perchè...?


Ho vissuto la mia vita, da sempre,
per metà pragmatico e realista,
per metà sognatore e…Bambino.
Era un delicato equilibrio che mi permetteva andare avanti. E di non perdermi.
Fondando sempre sulle mie pur limitate capacità.
Compensando con determinazione e forza di volontà fuori dal comune.
Pagando ogni errore. Senza mai scaricare su alcuno il peso della vita.
Anche se potevo, mi sono sempre schernito quando ho avuto rapporti di forza.
Le avevo accolto con gioia…Spalancato loro le porte del Cuore.
Ben prima che una umile casetta.
Perché…? Era la Famiglia …La “mia” famiglia. Sul serio.
Per otto anni, hanno torturato il mio bambino. Quasi ogni giorno.
Lasciandolo morire. Lentamente.
Lui era un bimbo…posso dirlo…? Bellissimo.
Quel bimbo, di fatto, compensava ai miei occhi, il mio esteriore fisico.
Hanno violato la mia parte più bella, la mia più intima essenza…Perchè?
Io…dovrei forse vergognarmi a dirlo, ma non so proprio vivere senza quel bambino.
Io “non” voglio vivere senza il mio “bimbo”.
Vorrei tanto esser capito…come io ho saputo, tante tante volte, Comprendere.
Anche con tanto sforzo. E con la rinuncia al maledetto danaro.
Tanto danaro (nel mio piccolo…) che oggi mi verrebbe ben utile…
Ma se serviva a far star loro meglio…cosa mai m’importava?
Sebbene non era il mio superfluo…tutt’altro.
Era per intero il frutto di dodici…anche sedici ore di lavoro al giorno.
E insieme il risparmio di trent’anni di lavoro…e l’indiretto sforzo dei miei.
Ma non è questo che ha ucciso il mio bimbo. Lui era forte. Sapeva affrontare la vita.
E il mondo del lavoro. Era certo di guadagnare ancora… E molto. L’aveva già fatto.
Ma io da solo…non ci riesco. Io ho bisogno di Lui…un disperato bisogno.
In umiltà e povertà, ho dato loro esempi di vita e comportamenti.
Con una forza di volontà credo quantomeno commovente. Non vuote e sterili parole.
Io non ho la forza che ti dà d’un figlio.
Io non ho la forza della fede.
Io oggi non ho neppure più soldi.
E ho quasi cinquant’anni…
Quel Bimbo era il mio Sogno. Il mio Futuro. La mia “unica” ancora…
Il nome del bimbo era Speranza.
Io vivrò soltanto se ritroverò dentro di me tanta forza per adottare un altro bimbo.
Egualmente “bello”…Amorevole. Comprensivo, soprattutto…
Volutamente ingenuo, e insieme immune, alle sozzure della vita.
Io, dopo otto anni, non riesco ad accettare di come si possa distruggere,
sacrificare non tanto una vita altrui,
ma esser sì mostruosa e lunga, reiterata, cosciente causa di Dolore.
E tutto questo, solo per mero interesse materiale…
Questo dolore, col passare del tempo, con il conoscere e finalmente spiegarmi
tanti squallidi comportamenti avvenuti alle mie ignare spalle,
mi diventa sempre più insopportabile.
Io posso comprendere anche la furia o il raptus omicida.
E la perdita d’un istante di controllo.
E’ umano.
Ma quel bambino
“il mio bambino”,
è stato torturato, stuprato, violentato. Poi soffocato. Lentamente.

Nessun commento: