sabato 17 maggio 2008

Nonostante tutto...

Anche se ti darà soddisfazione,
non mi nascondo dietro un dito.
Non mi vergogno dire che in assoluto è la decisione più sofferta della mia vita.

Nonostante tutto, ancor oggi mi assale un senso di immane tenerezza.
Una sensazione, a te oscura, permea il mio cuore.
E come sempre, più di sempre, ti vedo fragilissima, e indifesa.

Il mio sterile, univoco sentimento, stante le risultanze, non ha partorito nulla.
Contavo tanto invecchiare insieme, in affettuosa armonia.
Io ero e sono la persona che hai conosciuto otto anni fa. Nel bene e nel male.

Quella stessa persona,
cui dicevi che desideravi ormai vivere come una "famiglia".
Qualunque colpa tu voglia imputarmi,
hai tradito sin dai primi giorni,
e sino agli ultimi,
questa premessa iniziale.
Alla quale io avevo ingenuamente creduto.

Il mio non è stupido orgoglio.
E’ la comprensibile reazione d’una persona profondamente innamorata.
Hai costruito le tue ragioni instillandomi infiniti sensi di colpa.
Io sono stato sempre me stesso.
Votato all’amore e alle responsabilità d’una famiglia.
Sempre.
Vicina o lontana che tu sia stata…

A sterile suffragio di immotivate ragioni,
(le tue “passeggiate”…)
sin mi hai isolato in questa “famiglia”.

Tutti, han sempre contato più del sottoscritto.
Figlie, generi, nipote, amici…
A tutti hai dedicato tempo e attenzioni.
Sin da una semplice telefonata…

Non ha più senso scrivere o dire cose note.
Ero semplicemente... disperato.
Le mie, talvolta ossessive ripetizioni, scritte o verbali che fossero,
nascevano dall’illusione della speranza.
La speranza che qualcosa cambiasse.

Da ultimo, sin a terra, supino, cercavo solo il tuo sguardo…
Nulla trovando,
se non lo sguardo d’una “moglie”
in combutta con un delinquente.
Sin a prenderne le difese…

Tutto potevo attendermi, e supplire col sentimento la ragione.
Tranne la puntuta lama, forgiata su false ragioni,
che ha squarciato, in un sol maligno colpo,
cuore, mente, illusioni, sogni, speranze.
Sin le forze dell’ordine stentavano a credere eri mia moglie…
se non dopo aver inteso i testimoni.

S’è spezzato un filo.
L’esile filo della speranza.
Cui ingenuamente, ancor m’aggrappavo.

Spezzando il mio cuore hai svegliato la mia ragione.

Tra i due, forse son io fragile e indifeso.

Tra i due, son io che ho perso tutto.

Passato, presente e futuro.

Per te era, e resta, solo un gioco.

1 commento:

Semplicementeio ha detto...

No,non si sbaglia mai ad esprimere le proprie emozioni...questo fa di noi esseri dotati di ...cuore, non solo cervello
AM