domenica 25 maggio 2008

... e potranno sì ferire, o uccidere muraviuga, mai Jonathan, stanco di tante sozzure.
Se proprio tutto è perduto, mi librerò nell'ultimo volo.
Via dal nido, dal fetido putridume che in questi anni ha ammorbato la mia vita.
Incrostandola d'un inaudito cumulo di spregevoli menzogne.
Interessate bugìe. Malcelato interesse. Abissali egoismi. Abnormi e reiterate cattiverie.
Snaturando e demolendo alle fondamenta ogni valore etico e morale.
I valori non sono inutili orpelli, bensì l'indispensabile collagene al buon vivere.
D'un paese, una comunità, "famiglia" o "coppia" che sia.
Io sono consapevole della mia pochezza. Sono un signor nessuno.
Ma chi è costei, che pur mi usa terribile violenza morale e sin fisica?
Quale aberrante supponenza anima costei...
Non ho mai avuto concetto alcuno di appartenenza.
Per insegnamenti e convinzioni, mi sento semplice cittadino del mondo.
Vivo in un luogo, in un paese e in una comunità perchè il caso sì ha voluto.
Eppure diamine, allo stesso tempo,
giammai mi sognerei andare
in altro paese,
in altra città,
dalla strada in altra casa,
sin a dettar legge con la prepotenza e la violenza.
La mia è la voce della ragione violentata nell'intimo.
Dell'orrore che il mio animo ha impresso,
alla vista della donna sì tanto adorata in combutta con un delinquentello.
Questo è lo stupro del minimale concetto d'un vivere civile.
Sono smarrito.

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