martedì 26 maggio 2009

L'Amore è... un Bambino che piange.


Ho solo coccolato, ove e come potevo, quelle persone...
Spesso più di tante persone che hanno una famiglia cementata da legami di sangue.

Ove ho sbagliato, come è umano sia,

non è mai stato per mero egoismo o per deficiente volontà…
Ho lottato allo spasimo.

E pianto in segreto, silente, quando i risultati non arrivavano.
Colpevolizzandomi oltre ogni limite…

Nel mentre, ho capito che mi stavano soltanto Usando, Sfruttando…

Non contenta, lei, alfine ha pensato bene "punirmi"...
Eravamo al Real Bosco di Capodimonte,
e mi fa, in quel suo parlare come tra sè e sè,
gli unici momenti di incosciente sincerità:
"Se tu avessi mantenuto tutte le tue promesse, credo che sarei stata tranquilla..."
che tradotto significa:
"Se tu mi avessi fatto vivere con diecimila euro al mese,
io forse neppure ti avrei tradito"
Quale discussione serve mai a una frase del genere...
La abbandonai, lì nel bosco,
urlando di rabbia per l'ennesima spudorata rivelazione
dei suoi finanche vantati e paventati tradimenti.
Come discutere con tali premesse...?

Ove giammai avevo fatto promesse, non è nella mia indole.
Preferisco di gran lunga, fin allo spasimo dei miei limiti, agire.
E così feci, tanti e tanti anni.
Un Amore che alla prova dei fatti, ha resistito, prima di soccombere,
a una lista di umiliazioni che sarebbe lunga dieci e più cartelle...
Enucleato dalla "mia" famiglia... perchè tale la credevo, e solo per tale credo
avevo accettato un matrimonio che ben intuivo per lei era solo di comodo.
Isolato in casa mia, estraniato ed emarginato, a partire dalla lingua.
Scacciato in malo modo, il più brutale: la menzogna e l'indifferenza.
Altre eran le "amicizie" che preferiva frequentare.
Per le quali era prodiga di tempo, coccole e attenzioni.
Io ero la bestia da soma. La Tasca Umana. La gallina cui attingere. E basta.
Solo dileggio e disprezzo.
Estraneo nel mio Paese, nella mia Città, in casa...
"nostra" quale l'avevo, sempre, giuro, considerato.
Ove spesso, se non sempre, mi hanno fatto sentire indesiderato ospite.
Sbuffi e sospiri di fastidiosa intolleranza.
Mi ritrassi, ove forse avrei dovuto scacciarle, sin dai primi giorni.
Non è nella mia indole. Le avevo tolte dalla strada, dal marciume materiale e morale.

Mi ero ritratto, in un angolino, non solo della casa, ma del suo cuore.
Ma non vi era posto alcuno per me.
Ero sempre d'ingombro.
E che, pretendevo non subire supinamente corna e tradimenti...?

Non so perchè, o cosa, avesse mi sembrava ormai capire, avuto sempre questa convinzione.
Che avrei sopportato sempre e per sempre questo stato di cose.
Mai aveva compreso che un cuore che sa sul serio Amare,
soffre troppo se tradito, sia nell'ombra della bugìa, che ormai nell'evidenza
che la ritraeva (e non solo metaforicamente)
ora con l'uno, ora con l'altro...
E neppure comprendeva, all'approssimarsi ormai del mezzo secolo pur vissuto,
che talvolta è stata consapevole attesa la mia,
è stata, questa sì cecità forse d'un Amore che non mi riesce trovare parola
quanto intenerisse il mio maledetto cuore...
è stata, era la speranza più che la certezza,
la disperata speranza dell'amante che erano crisi da cui poi ripartire,
un gradino dopo l'altro, per crescere insieme...
Era invece una tortura, colmata nello stupro...
Alfine, ha credutom bene "punire"
la mia paventata inettudine di vita, a far soldi, danaro per lei...
Umiliandomi con una ulteriore squallida tresca,
con la persona che pari loro
ha risposto alla mia Amicizia,
al mio rendergli una opportunità unica nella sua vita,
spogliandomi.
Quando compresi che costui mi rubava, ero disperato,
perché indirettamente rubava “Lei”…
Ignaro che “Lei” mi tradiva, proprio con costui…
Quante umiliazioni…lei a letto ghiaccio immobile:
“Se vuoi, fai tutto tu…io non ho voglia di fare niente”.
Quante umiliazioni, i suoi lividi su parti intime del corpo.
Le mie richieste di spiegazioni, semplicemente ignorate,
come se “quel che non si vede non è colpa”.
Questa la sua orrida teoria,
impostami già quando trafugò la foto con uno dei suoi tanti “amici” in barca…
E mi insultarono, aggredendo la mia psiche come una triade,
“pazzo e visionario”, e “malato”,
e subii la beffa di veder sostituita la stessa con una foto innocente…

E… mi sono …sempre solo …”difeso”
con le sole urla della disperazione.
E' tutto ciò che mi resta.


Lasciatemi in pace, almeno oggi che sono nudo, stanchissimo o malato.

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