domenica 31 maggio 2009

Era tuo diritto svegliarmi...ma perchè stuprarmi nel Sogno?


Mi resta solo un senso, come di… spreco. Sentimenti, speranze, illusioni. In una parola: i miei Sogni.
Avevi tutto il diritto svegliarmi, ove il mio sogno era così lontano dal tuo.
Nessuna scelta si pretende definitiva. Tantomeno ti chiedevo “subirmi”. Mi sarei vergognato.
“Disumano” è stato scaricare il tuo errore su di me. Per intero.
Credi avermi lasciato, come hai sempre fatto con gli uomini della tua vita.
Non credo sia così, se guardi bene… E non me ne faccio vanto. Era … difficile, difficile… lasciarti.

Sono stato accusato di immobilismo, da te, mio fratello… persino.
Una attività chiusa, poi un lavoro umile, poi un tentativo andato a male, poi un altro…
poi l’ingresso in un settore nuovo… ove ho fatto l’impiegato, il manager, l’imprenditore …
poi un matrimonio…sui generis, all’estero, tra l’altro… con una intera “famiglia”…
poi altra società…
poi ancora… di nuovo a ricominciare…
poi nel frattempo e bel mentre la fine d'un matrimonio.

E tutto negli ultimi dieci anni.
E quasi tutto con il sostegno morale inesistente, di una donna, compagna, moglie.
Sempre troppo occupata, indaffarata, con misteriosi e a me ignoti “amici”…

Se avessi il benché minimo rimorso per la fine di questa relazione,
ove provassi il minimo senso di colpa o di leggerezza, oggi mi toglierei la vita, per il rimpianto. Impazzirei.
Non mi porrei problema alcuno, umilmente, nel chiederti e richiederti il perdono. In ginocchio.
Non sarei così stolto da rinunciare, senza combattere, al Sogno d’una vita.
Mi sei entrata dentro, oltre ogni tua immaginazione. Ho creduto sin essere malato: dipendenza affettiva, la chiamano.
Non è così… e di questo son oggi certo. Perché ho avuto la forza di mettere la parola Fine.

Non rimprovero la parte di te che mi ha catturato, segnandomi a vita.
L’incredibile univocità che ti caratterizza e che mai ho intravisto in alcuna.
Quello è il tuo essere. E l’innamorarmi, ove non dovevo, è stato un problema solo mio.
Capire che ero poco per te, sotto molti, o tutti gli aspetti, è stato il mio sbaglio. Il più grande della vita.
Ma potevi, e forse con miglior risultato per tutti, alfine, risparmiarmi i nove decimi delle sofferenze che m’hai inferto.
La totale insensibilità, in una persona che di contralto per tutto ciò che compete la sfera del “suo”,
è emblematicamente una foglia al vento,

è paradossalmente il motivo mio d'amore forse principe, che purtroppo non riesce a morire...
è il motivo ultimo che mi ha reso non solo impossibile la convivenza,
ma mi lascia spezzato dentro, piagandomi l’animo in un inguaribile grumo di sangue e materia putrescente.
Perché…? Perché ero fondamentalmente credulo che la tua continua esternazione di sensibilità
ove ti riguardava, l’avresti, sebbene in misura ridotta, rapportata anche a me stesso…
Sciocco, stupido e illuso, ho creduto nei valori, il rispetto anche per il dolore altrui,
dell’altro come lo si ha di se stesso… ridine pure … in cuor tuo, ma almeno da domani non ti sento...!

Ogni ferita, ancora aperta, reiteratamente l’irroravi con olio bollente.
Scuoiandomi l’animo. SEMPRE insensibile alla mia pur evidente e manifesta agonia.
Ego cieco, inutile… per fare, o arrivare, a cosa...?
Io non ho mai preteso cambiarti... non si estrapola dall'uno solo il buono e il bello.
Ma la dignità, la mia dignità di persona, quella no... non è in vendita, neppure per l'Amore della Vita,
quel treno che una volta perso, non tornerà mai più.

Quale senso avrebbe avuto scagliarmi con poche e mirate “azioni” contro chi era un tutt’uno con la mia stessa anima?
Mi son limitato a difendermi, in ritardo, di malavoglia e a malapena. E neppure questo hai capito…

Non pretendevo il mio cuore uscisse indenne da questa storia.
Era tuo diritto rinnegarmi, come tua scelta, “accettazione” , tanti anni fa errata…
Se pur vero che il cammino della vita e la coincidenza… ma sì anche la mia caparbia testa dura,
ti ha portato al mio stesso incrocio, sopra il delicato tappeto del mio pulito e profondo sentimento,
intessuto nella trama del mio Sogno più ardito, dal primo istante che ho intravisto il tuo ovale.
Tu eri ben cosciente e consapevole di tutto questo,
e per questo, ancor oggi, forse inutilmente ossessivo,
mi chiedo e richiedo perchè non lenire almeno tanta sofferenza...?
Eppure era già un bel pò neppure speravo, tantomeo osavo chiederti, almeno provare, a volare insieme...
Eppure bastava sì poco. Bastava camminare piano... sui miei Sogni. Magari in punta di piedi.

Chi prova in modo sì intenso il sentimento è naturale trovi sofferenza nell’Amore.
C’è però differenza, e tanta, tra l’involontarie punture di spillo,
e i chiodi acuminati conficcati per tanti anni, a viva forza…
pari gli zingari, col tuo Cristo in croce.
Scientemente e coscientemente cieca e sorda, al mio genuflesso, e muto, implorante mirarti.

Ma io non sono il Cristo di cui voi credenti narrate.
La sua, posto sia accaduta, è stata una sofferenza “scelta”…
e la mia blasfemia aggiunge, durata tre soli giorni, e sebbene atroce, comunque poi lui è risorto.
Il mio strazio è durato tre...mila giorni.
E io non sono purtroppo Gesù Cristo, tantomeno l’Araba Fenice.
E la mia vita non sarà mai più la stessa di prima.
Parte di me, forse la più bella, è morta per sempre.
Un evitabile, lunghissimo stupro morale... ero un Bambino nelle tue mani, quelle piccole mani che adoravo.
E forse tuttora in parte lo sono, se proprio non riesco a comprendere perchè l'hai fatto,
soprattutto quale senso aveva farlo, visti i risultati, per noi tutti...

Voglio ancor oggi credere che forse restava per te un gioco, forse neppure calcolato,
rimestare dolorosamente il mio animo per semplice avventura.
Ma non sei una ragazzina, e non posso perdonare quell'immenso ego.
Che ti ha portato a ignorare e disprezzare leve intime e profonde d'una persona matura e sola.
Nudo e inerme nelle tue piccole mani.
Neppure io mi spiego perchè così ingenuamente e intimamente convinto che mi avresti rispettato.
Tradire questa fiducia, non so cosa sia... Forse ti manca una coscienza, per agire così.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho dovuto ingrandire il carattere,,,, mi stavo incuneando nello schermo e mi sentivo morire,,,,morire nelle parole piccole e grandi che Tu egregiamente scrivi dettate dal tuo cuore dalla tua mente,,,, sei uno scrittore nato! Peccato che questo dono si palesi attraverso la tua immensa sofferenza!
ciao
astrell@