domenica 28 dicembre 2008

Il sole tramontava...

Il sole tramontava, continuavaa tramontare,
e io non percepivo
sul villaggio i colori della sera,
di casa in casa era mezzogiorno.
Il giorno si attenuava, continuava
ad attenuarsi, non c'era rugiada
sull'erba: si posava sulla fronte
e poi mi si spargeva sopra il viso.
Dormivano i miei piedi, continuavano
a dormire, ma le dita eran sveglie,
e tuttavia, perchè un così lieve
suono veniva dalla mia sembianza?
Conoscevo bene la luce, prima,
e non la posso più vedere adesso.
Questo è morire, e io sto morendo
ma non ho paura di saperlo.
Emily Dickinson è non a torto considerata la più grande poetessa americana del suo secolo, e ottenne una fama postuma pressoché ineguagliata negli annali della poesia, non solo al femminile. Le sue 1775 liriche sono il diario intensissimo di una sensibilità nuda che vede sempre l'universale nel quotidiano, descrive magicamente il volgere delle stagioni, considera la vita alla presenza dell'infinito, si interroga sui paradossi della fede dei padri e annuncia la propria indipendenza da ogni condizionamento. Si scopre così un'autrice che, nel sentire tutto con inaudita intensità, inventerà una forma poetica irripetibile per comunicare la sua percezione del mondo.

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