domenica 27 luglio 2008

Liuba nel Sole


Liuba, figlia di Shamir
sultano di Kabun
giocava con le ancelle
fra gli eucalipti
e le arabescate fontane
zampillanti nel giardino.
Fiore fra i fiori
baciava le buganvillee
e assaporava l'aspro profumo
degli oleandri rosei
come le guance di Liuba fanciulla
e candidi come i suoi pensieri.

Nel gioco fingeva la vita
e mimava il momento fatale:
il giorno delle nozze.
Immaginava il suo principe
ornato di un bianco sorriso
forte e amoroso
tenderle le braccia,
prenderla per mano
e rapirla col bianco destriero,
per correre veloci
felici nell'arcobaleno
di un paradiso nel vento
laggiù oltre le dune,
laggiù oltre le cime
dei monti sconosciuti,
per approdare insieme
sulle verdeggianti rive
dell'Eufrate:
mitico fiume delle pianure
raccontato a palazzo
da saggi e cantastorie.

Poi venne il gran giorno
ma il principe
non era quello dei sogni
non aveva sulle labbra
il dolce sorriso.
Il suo incedere superbo
faceva tremare
le colonne del palazzo,
le armi che portava
incutevano terrore in Liuba,
lui non tendeva le braccia
non vestiva il sorriso
non montava il bianco cavallo
non era come nei sogni,
ma veniva portato a spalle
da otto schiavi piegati
incatenati e sofferenti
sotto il gioco e la sferza.

Liuba tremava
e abbassava gli occhi
Liuba piangeva
e pregava di volare
oltre le dune
oltre le cime
oltre l'Eufrate
oltre la vita
ma non poteva !

Fili invisibili la trattenevano
e la paura si impadronì di lei
mordendole il cuore
quando lasciò la casa paterna
per andare incontro al destino.
Le porte dell'Harem
sua unica dimora, sua tomba
si chiusero con un tonfo feroce
e la ghermirono alle spalle
avvolgendola nell'angoscia.

Le devote ancelle
strofinarono con cura
l'esile corpo acerbo di Liuba
con balsami e unguenti profumati,
la coprirono con vesti
argentee e vaporose,
ornarono i suoi capelli
con nastri fioriti di gemme
e con sottili fili di perle
le cinsero caviglie e polsi.
La visione di Liuba inghirlandata
era di sogno: bella, diafana
dalla pelle morbida e profumata
e lo sguardo perduto nel fondo
di una tristezza senza fine.
Aveva solo 12 anni
quando fu mandata a nozze
e lui lo sposo: 68.

Giovane cerbiatta pronta al sacrificio
si guardò riflessa nello specchio
e pianse ...
chiese di assentarsi per un attimo
e lasciò la stanza
scivolando silenziosa
all'ombra dei giardini
complici le palme
scavalcò il muro di cinta
e corse a perdifiato
verso il deserto
verso la libertà
verso la speranza.

All'alba, quando muore la luna
un drappello di soldati
armati sino ai denti
la ritrovò esausta
disperatamente nascosta
dietro una duna.
Venne incatenata
e riportata a palazzo
ove il marito Karnal
padrone della vita
servitore della morte
regnava sovrano su tutto.
Si tenne un conciliabolo
fra gli anziani e il sovrano
e presto la decisione fu presa
punire la ribelle era un dovere
un monito a tutti
- fu condannata a morte.

Al tramonto le ancelle
devote e piangenti
prepararono Liuba
spogliandola di tutto:
disadorna la veste grigia
lunga fino ai piedi
le caviglie e i polsi
cinti da catene
e le perle gettate nel canto,
i lunghi rossi capelli
annodati stretti alla nuca
spoglie dei nastri e le gemme.
Liuba, vergine dodicenne,
fanciulla ribelle
andava a morire
davanti al sole che amava
e che baciava ogni mattina
quando cantava la vita.

Venne trascinata
fino al patibolo
docile e indifesa,
senza reazione
poggiò il capo sul ceppo
e alzando gli occhi
vide l'ultimo sole morente,
poi guardò il boia
e mentre calava la spada
vide un bianco sorriso
e due mani protese
che la sollevavano
cingendole i fianchi
poggiandola dolcemente
sul bianco cavallo alato
apparso come d'incanto
e si sentì rapire
in un volo leggero
sospinto dal vento
oltre le dune
oltre le cime
innevate dei monti
oltre l'Eufrate
oltre la pianura
verso un paradiso di sole
di luce e di amore
e seppe che il sogno
si era avverato
e seppe che la felicità
non avrebbe avuto mai fine
e conobbe la verità della vita
fra le braccia della morte.

E mentre calava la falce
fu il suo sorriso
a stupire il boia.


(poesia di Adriana Bolchini)


9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, sono passata per un saluto e per augurarti buone ferie!!!!!
Io in questi giorni non ci sono praticamente mai, ma dalla prossima settimana tornerà tutto normale!!!!
Sabri

Jonathan Livingstone ha detto...

Ricevuto, dolce Sabrina.
Buon fine settimana.
Ovunque tu sia,
possa raggiungerti
la suadente eco
delle tue amate poesie.

Tina Di Mauro ha detto...

Ciao, il tuo blog è molto interessante. Ci sono finita per caso.
Io ho appena fatto un blog di ricette di cucina, se vuoi, vieni a trovarmi.
Ciao

Jonathan Livingstone ha detto...

Ciao Caramella,
grazie per la visita,
e per il commento positivo.
In passato mi piaceva cucinare. Adoravo preparare leccornìe
soprattutto
quando corteggiavo mia moglie...
Poi, la tempesta.
Che ancora sta spezzando
rami dal mio albero...
Son umile,
e solo la speranza,
già mi pareva tanto...
Era da sola già il mio premio,
un bellissimo dono.
L'incantesimo è finito.
Spero sia questo
l'ultimo dolore
dei rami morti...
E non dell'albero spirante.
Alfine s'abbatterà anche
il tronco...?
Non è ostinato orgoglio...
non mi sento più piegarmi.
Meglio sradicare tutto.
Senso di vuoto immane,
amarezza che mi spinge
a gettare la spugna...
Sempre più sottile,
la percezione
tra il vivere e il non vivere...
A cosa mai serve coltivare l'illusione,
quando ogni speranza è morta...?
Ho perso
il mio posticino
nel giardino incantato,
ho perso
il mio giardino delle Fate...
Avevo miti pretese...
Svanito l'ultimo sogno.
Che ne sarà di me...?

Anonimo ha detto...

Ciao, sono passata per un saluto e per dirti che nel mio blog c'è un premio per te!!!!
Ciao Sabri

Anonimo ha detto...

Ciao, grazie per il commento veramente bello!
Mi hai fatto sentire importante grazie davvero!!
Spero che tu riesca a superare nel migliore dei modi questo periodo particolare della tua vita e che torni a donarci un po' di te stesso attraverso il tuo blog.
Un saluto e un abbraccio
a presto Sabri

Anonimo ha detto...

Un salutone
Sabri

Semplicementeio ha detto...

no caro amico...no,non sto bene

Anonimo ha detto...

Un mega saluto da Sabri