Sopravviverai a lungo al mio dolore.
E al mio stesso essere.
Sono soltanto un piccolo uomo.
Un signor nessuno.
E forse mi sbaglio, e quel dio cui non credo magari esiste...
Ben venga.
Io mi sento pulito.
Nella mia vita ho fatto errori...mai peccati.
Possa tu per cento e più anni scoppiare di buona salute.
Possa ogni raggio di sole ricordarti il mio viso.
Possa ogni filo d’erba, e insieme ogni goccia di pioggia e di rugiada,
e ogni alba e ogni tramonto,
ricordarti che io ero una persona: viva, sensibile. Non un oggetto.
Possa ogni luna piena decorarti l'ombre della mia disperazione.
Possa il suono dei tuoni e la musica dei venti
recarti tutti i gemiti di solitaria angoscia che m'hai donato.
Possa ogni rivolo di pioggia rimembrarti le mie lacrime.
Possa ogni onda sulla battigia gelare i tuoi piedi, col mio ricordo.
Possa, quella natura che ami tanto,
e della quale mi sento adorato figlio,
avvolgerti e permearti del silente sussurro delle mie quotidiane preghiere,
e un urlìo acufenico rimbombarti eterno
rimembrandoti i miei occhi imploranti:
“Natalia, con te sono nudo. E indifeso...di spalle..."
"Ti prego, non farmi del male.”
E la tua beffarda risposta:
“Problemi tuoi…”.
Possa, quel dio,
se esiste,
impedirti di rinchiudere nell'ego,
occhi e orecchie,
mente e cuore,
al mio ricordo.
Per il resto dei tuoi giorni.
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