domenica 20 luglio 2008

Sento la tua tenerezza


Sento la tua tenerezza avvicinarsi alla mia terra,
spiare lo sguardo dei miei occhi, fuggire,
la vedo interrompersi, per seguirmi fino all'ora
del mio silenzio assorto, della mia ansia di te.
Ecco la tua tenerezza d'occhi dolci che attendono.
Ecco la tua bocca, parola mai pronunciata.
Sento che mi sale il muschio della tua pena
e mi cresce tentoni nell'anima infinita.

Questo era l'abbandono, e lo sapevi,
era la guerra oscura del cuore e tutto,
era il lamento sprezzato di angosce commosse,
e l'ebbrezza, e il desiderio, e il lasciarsi andare,
ed era questo la mia vita
era questo che l'acqua dei tuoi occhi portava,
era questo che stava nel cavo delle tue mani.

Ah, farfalla mia e voce di colomba,
ah coppa, ah ruscello, ah mia compagna!
Il mio richiamo ti raggiunse, dimmi, ti raggiungeva
nelle ampie notti di gelide stelle
ora, nell'autunno, nella danza gialla
dei venti affamati e delle foglie cadute!

Dimmi, ti giungeva,
ululando o come, o singhiozzando,
nell'ora del sangue fermentato
quando la terra cresce e vibra palpitando
sotto il sole che la riga con le sue code d'ambra?
Dimmi, m'hai sentito
arrampicarmi fino alla tua forma per tutti i silenzi,
per tutte le parole?

Mi son sentito crescere. Mai ho saputo verso dove.
Al di là di te. Lo capisci, sorella?
Il frutto s'allontana quando arrivan le mie mani
e rotolano le stelle prima del mio sguardo.

Sento che sono l'ago di una freccia infinita,
che penetra lontano, mai penetrerà,
treno di umidi dolori in fuga verso l'eterno,
gocciolando in ogni terra singhiozzi e domande.

Ma eccola, la tua forma familiare, ciò ch'è mio,
il tuo, ciò ch'è mio, ciò ch'è tuo e m'inonda,
eccola che mi empie le membra di abbandono,
eccola, la tua tenerezza,
che s'attorce alle stesse radici,
che matura nella stessa carovana di frutta,
ed esce dalla tua anima spezzata sotto le mie dita
come il liquore del vino dal centro dell'uva.

Distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.
E son felice, felice che non sia così.

(Pablo Neruda)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Jonathan,volevo ringraziarti e augurarti una buona notte. A presto ;)
Caribù

Anonimo ha detto...

Ciao Jonathan, grazie!!Ho inserito il tuo premio Meme qui http://www.caribuklabber.it/premiomeme.htm
e ti ripremiato sempre con lo stesso Premio Meme allo stesso link sopra,;o)) Ti arriverà per posta un altro premio.
Buona settimana e grazie ancora, complimentissimi per il tuo blog, sei forte! ;o)

Jonathan Livingstone ha detto...

Grazie a te Caribù...
Grazie a te. Sul serio...
Per il premio, per i complimenti... ma non solo...
Io adoro gli Indiani d'America.
Sin dall'infanzia.
Ed è così raro trovare loro estimatori...con i quali sono inevitabili affinità nel sentire...un poco fuori dal "gregge"...
Se trovo del materiale nuovo te lo segnalo.
Un abbraccio.
Ah, quasi dimenticavo... Bellissima la tua presentazione. Sottile, poetica, enigmaticamente sospesa tra realtà e fantasia...
Ancora complimenti.

Anonimo ha detto...

Grazie per il tuo passaggio, per il tuo commento e per il premio.
Sono contenta che le mie parole ti siano piaciute, non sono poesia ma sono dettate dal cuore.
Se ti fa piacere passa nel mio blog quando vuoi, non ha belle immagini come le tue ma e' il mio piccolo mondo.
Grazie ancoraaaaaaaaa
Ti auguro una buona notte, a presto

Anonimo ha detto...

Ciao, un saluto da Sabri