domenica 6 luglio 2008

a.d. 2006, giugno


La ragione, la scienza, la filosofia e il dire comune, niuno escluso,
dicon che il segreto dell'equilibrio consiste nel controllo delle emozioni.
Vero... ma talvolta le emozioni sono sì intense...

E' una lunga parentesi di vita che si chiude.
In questi diciotto mesi non ti sei legata a me...
La mia debolezza è stata la pietosa illusione d'infondere,
in forza del mio amore,
analoga complementarietà ai tuoi sentimenti.

Ho errato. La mia era una "puntata" sì consapevole, ma folle.

Il mio viaggio nelle tue lontane contrade,
doveva essere di addio, non già di matrimonio.

Inseguivo un fragile Sogno d'Amore...

Non mi ami. E certo non ti faccio colpa alcuna.
Son stato io uno stolto, nel perseguire l'incrollabile illusione
che un dì, magari lontano, avresti potuto amarmi.

Questo mio sentimento è un albero sterile, spoglio, infruttifero...
Mai vi attecchiranno i germogli d'una primavera...

Mi è impossibile descriverti l'ampiezza e la profondità del mio sentimento,
che lungi dall'essere vacuo fuoco d'una infatuazione,
è sì avvinghiato al mio essere da lacerararne lo spirito,
pur oggi che le mie stanche palpebre schiudon la fine del mio tormentato sogno.

Tu con me non stai affatto bene...
Questa sofferta convivenza ha evidenziato un tuo disagio interiore
che sempre, ti giuro, in cuor mio presagivo...
Disagio che nel contempo tentavo lenire e colmare,
con le armi spuntite del mio solo amore, delle mie umili azioni...

Non è bastato.
Semplicemente sei troppo per me... od io troppo poco per te...
o magari entrambe le cose.
Accetto in umiltà il tuo rifiuto.
Sono allo stremo.
Mi è difficile dichiararmi vinto...
Credo siano comprensibili le mie reazioni,
talvolta colleriche, talvolta irose, talvolta intrise di melanconia...
Reazioni atte a preservare almeno la dignità violata della mia persona.
Sì umile e limitata, ma pur forse meritevole di rispetto.

La mia vita, in questi anni,
è stata volta per intero alla tua graziosissima personcina.
Credimi, quando affermo
che l'essenza intima del mio sentimento
è stata pulita, monda di bieco egoismo...
Ci tengo tu conservi almeno un buon ricordo.

Mi rattrista la percezione che talvolta esprimi...
Ti assicuro fuorviata.
Sin arrivi ad affermare che io avverso la tua stessa bellezza.
Il tuo diritto di sentirti libera.
Perfino una mia fantomatica e calcolata avversione

ai tuoi desideri di autorealizzazione.
Non è così, amore mio. Non è affatto così...
Se è pur vero che non ci si innamora sol di un bel viso,

l'esteriore beltà dell'amata, è comunque motivo stesso di gioia,
e perchè no, di grande orgoglio.
Figurati un pò se per bieca gelosìa,
dalla quale mi sento ben lontano,
io sarei contento, come tu perfino immagini,
del naturale segno del tempo sul tuo esteriore.
Non scherziamo, mio infinito bene.
Non riesco a comprendere
come tu possa solo pensare una cosa del genere.
Certo, ti amo anche perchè estasiato da infinite,
sottili e variegate sfumature
che mal si prestano ad essere descritte...
Risulterebbero labili e superficiali.
Ma per chi ama sono il segno d'un qualcosa tangibilmente permeante.

Per quanto riguardo le altre "colpe" di cui mi accusi...
Mi spiace infinitamente dirlo, perchè quando ti vedo in crisi,
pur nei litigi, lungi dal gioirne,
provo per te la solita imprescindibile infinita tenerezza...
La tua "autorealizzazione" l'hai sempre trascurata...
Posta in secondo piano, "dopo" il divertimento, lo svago, il piacere...
Magari perchè l'autorealizzazione è faticosa.
E pure non te ne faccio colpa alcuna...
E' insito tale comportamento al tuo carattere e al tuo vissuto.
E la tenerezza che mi avvolge e che effondi e m'infondi,

ogni qualvolta ti vedo, o sol che ti penso,
prende origine nella tua fragilità,
dalla tua coscienza e sofferenza per i tuoi limiti.
Il mio amore in questi sei anni, ben lungi dall'affievolirsi,
ha germogliato nuovi rami. Ha profuso le sue radici.
Mi beavo d'ogni tuo semplice sorriso...
Ogni tua espressione, ogni frase,
magari neppure a me rivolta, mi scioglieva...
Donandomi intensi brividi in estate e caldo tepore in inverno.

L'amore nasce dall'insieme, ma si arricchisce nel particolare.
E il particolare lo coglie la sola persona innamorata...
Quel che magari ai tanti, a te stessa,
risultava insignificante, o stupido...

per me era tutto.
Una frase solevi ripetere,
quando eravamo in passeggiata o in piacevole riposo...
"Oh, che bel venticello..."
Espressa con una sonorità, una melodiosa armonia di suoni,
un trasporto estatico che sempre mi incantava...

Eppoi al mio arrivo in...
L'attimo più bello della mia vita.
In taxi io mi girai indietro...
Ammirai estasiato il tuo bellissimo ovale...
Eran tre anni che lo desideravo...
Mi regalasti un sorriso.
Profondo, intenso, permeante.
Lo sentii mio...
Mi empì d'una gioia...
Una gioia calma, non urlata, sedata...
Una quiete, una estasi mai provata in vita mia.


In quel sorriso mi parve afferare il tutto.


L'essenza e la bellezza stessa del creato.


Illudendomi di trovarci nel fondo,


nel munifico pozzo dei tuoi occhi,


un piccolissimo bagliore,


la minuscola scintilla d'un amore,


che pur nel tempo, poteva sbocciare...


( giugno 2006, un matrimonio già finito... )



1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao, mi hai preceduto !!!!!
Pensa che poco prima di leggere il tuo commento (grazie è veramente bello!)pensavo di passare a trovarti.... ed eccomi qua.....
Mi sono fermata a scriverti in questo post perchè è di una bellezza ed eleganza incredibili!!!!
Non lascio un parere perchè mi sembrerebbe davvero sciocco dato l'argomento che per altro ho avuto la fortuna di non conoscere.
Ti lascio però un abbraccio forte e un saluto sincero....
Sabri

P.S.
No, non ho letto quei libri ma mi hai messo curiosità e se la vista mi assiste ( non vedo bene e la lettura che ovviamente richiede anche concentrazione mi stanca moltissimo facendomi venire dei mal di testa allucinanti) li leggerò.
Io amo la poesia...