lunedì 26 maggio 2008

Quale senso la mia vita...?

Ho... voluto bene a queste persone.

Ho solo reagito alle loro continue bugìe,
a un modus vivendi inaccettabile...
Ho reagito sì, magari urlando...
mai con l'azione cattiva.

Ho sempre sentito i doveri d'un...
(mi vergogno dirlo...)
padre vero, verso la speme di Lei.
Agendo di conseguenza.

Non comprendo queste persone.
Non si attaccano a valore alcuno...
Non si affezionano a nulla e nessuno...
Forse dice bene un mio carissimo amico:
non cercano affatto un equilibrio.
Sono sempre alla ostinata ricerca
d'un miglioramento materiale.

Non vi è male alcuno in questo,
almeno sin quando,
la ricerca del benessere materiale
non muta in ossessione.
Che inevitabilmente porta a calpestare l'altro.

Mi hanno ridotto straniero in casa "nostra"...
perchè il poco "mio",
mi è sempre stato cosa naturale condividerlo.

Mia moglie mi impose come condizione primaria,
che giammai mi avrebbe dato un figlio.

Le mia risposta fu semplice:
"Che importanza hanno mai i legami di sangue?
Forse che gli affetti nascono solo tra legami di sangue?
Io non mi sento in diritto alcuno chiamare le tue "mie figlie",
sarebbe per me un onore immeritato,
son nessuno per loro,
ma per me non fa differenza alcuna...
...mio, tuo... quale senso e significato, in un amore?".
Con i miei amici,
parlavo orgogliosamente,
delle "mie belle figliocce".

Ho sempre inseguito un approccio amicale,
nella speranza di stringere degli affetti,
ma lei, credo stupidamente,
coinvolgeva e si rifugiava
nelle ragioni del sangue,
del "branco",
piuttosto che riconoscere,
e magari risolvere,
le mie oggettive ragioni.

E insieme, tre persone,
mi hanno inculcato infiniti sensi di colpa.
Poi, come paventavo loro,
l'ex-timido quale ero stato nei miei anni adolescenziali,
si è rinchiuso nel guscio.

Quando conobbi mia moglie,
era letteralmente coi nervi a pezzi.
Aggredita dal bisogno economico.
Con una bambina e una adolescente da crescere.

Per un nulla perdeva la calma e urlava, urlava, urlava...
Una volta le pregai di non urlare per un futile motivo...
Lei mi rispose:
"le urla di disperazione son l'unica cosa che ho...
l'unica cosa che mi è rimasta...
non togliermi anche quelle".
Compresi la sua disperazione...
E da allora, quando urlava per delle sciocchezze,
io semplicemente abbassavo i toni,
l'abbracciavo, e carezzavo...
Come avevo visto fare alla figlia minore.

Poi, ormai da quattro anni, son io che urlo...
E Lei,
che almeno se stessa non sa mentire,
sa benissimo
che ho tutte le ragioni di questo mondo...
... per urlare,
ora io,
la mia disperazione
per i suoi comportamenti,
soprattutto
per la squallida trappola d'un matrimonio
estorto in malafede...
Alle mie grida,
hanno opposto non già la ricerca d'un perchè,
d'una comprensione,
d'una ... buona parola,
d'una ... carezza...
no,
hanno contrapposto
solo il dileggio, la burla, il disprezzo,
l'indifferenza nel migliore dei casi,
sin hanno richiesto l'intervento delle forze dell'ordine,
"disturbate" dalle mie urla...
ben consapevoli che il silenzio delle mia grida
coprivano il rumore
dell'equivoca,
amorale
reiterata
ennesima bugìa...

Son trascorsi tanti anni.
Mia moglie è molto più tranquilla...
Forse anche grazie a me...?
Son vissuto
s-o-l-o p-e-r L-e-i o-t-t-o a-n-n-i.
Prestandomi anima, cuore e portafoglio.
Con umile impegno.
Lungo un tratto della sua vita in salita...

Oggi, mi rendo conto non servo più.
Oggi, son tre donne giovani, adulte, belle...
Oggi, mi possono tranquillamente "scaricare"...

Sto interiorizzando quanto mi è accaduto,
rivivendo un incubo,
dal quale temo non svegliarmi più.

Non credo essere un ingenuo,
e nella vita mi ha sempre meravigliato poco,
quando ho ricevuto torti.

Mi ero posto nudo
nelle mani di questa persona.
Ero certo lei non avrebbe mai infierito.
Parlava sempre così bene...
Sembrava un parlare profondo, dell'anima...

Un dì piansi oltre quattro ore.
Singhiozzi ininterrotti che non riuscivo a placare...
La mia "famiglia", tre persone, presenti...
Non c'è stata una parola buona, una pur semplice carezza...

Cose stupide,
e magari,
come dice lei,
un uomo non dovrebbe piangere. Mai.
Parimenti, dico io, fossi stato sì duro di cuore
forse giammai avrei accettato una situazione di partenza,
piuttosto "difficile":
una donna che non mi amava,
due figlie non mie,
la negazione d'una Grande Gioia per un uomo, un figlio,
sempre in nome di quell'egoismo proprio di mia moglie,
già appagata dalle due figlie,
e pure un nipote quasi sempre in casa "nostra".

Forse son cose stupide,
le vicende di cui narro,
banali e certamente esposte male,
ma non so scrivere nè parlare forbito...

Io, io credo di essermi comportato sempre bene...
Con le azioni.
E non parlo del materiale.

Un esempio...
Avevo da poco scoperto un cellulare,
sempre tenuto a me segreto, di mia moglie.
Questa bugìa per me aveva colmato la misura.
Oltre i numeri di persone che non conoscevo,
non riuscivo a perdonarle
avermi sottratto anni di gioia,
nel parlarle qualche volta al giorno,
durante le dure giornate di lavoro,
o la gioia inviarle pur un messaggino,
magari stupido...
In tanti anni... mai trovava tempo e voglia per telefonarmi...

Avevo, in virtù di questo episodio,
della ennesima lite nella quale era scaduto,
maturato che ormai
non c'era altra strada che lasciarci.
Nel parlarle, mi fece la solita tenerezza immane.
Rinviai i miei propositi.
Pur comprendendo che ormai era tutto finito.
E che lei stava accanto a me
solo per convenienza economica,
almeno finchè duravano le mie "garanzie"...
Il giorno dopo mi portò un documento necessario alla figlia.
La implorai di non chiedermi firmarlo.
Mi avrebbe creato immeritati e grossi problemi economici
se sfruttato da mia moglie in caso di separazione...
Lo firmai lo stesso.
Ero sempre felice fare qualcosa per lei...
Ero sempre disperato di non poter fare molto... di più...
Perchè l'amavo, perchè l'amo ancora come il primo giorno...
Che senso ha nascondersi dietro il dito trasparente d'un orgoglio?
Ciò non toglie che resta il mio un amore immutevolmente sterile.
Magari per mia incapacità.
Magari perché sono una nullità.
Magari semplicemente perché non mi ama.
Non amare,
non credo sia però un giustificato automatismo
per non rispettare l'altro.
O forse mi sbaglio.
Non so.

Non voglio mutare la mia natura.
Rinchiudermi, covare odio, rancore,
Blindare il mio cuore all'Amore.

Non riesco a pensare,
contemplare un bel prato,
un ruscello,
una vetta o un tramonto,
senza condividerne la visione con Lei.
Senza leggere,
attraverso i suoi occhi,
le mie emozioni...

Sono confuso, non so cosa sia questo...
Per me era semplicemente Amore.
Un amore che giocoforza devo ficcarmi nel ...
se le conseguenze ultime sono state che lei
m'ha portato sin un delinquente in casa per malmenarmi...
Sotto i suoi occhi compiaciuti...
Ove la mia "colpa" era che da oltre un mese preferivo
non parlarle, non vederla, non sentirla...
consapevole che era tutto finito,
così come ero,
così come sono
consapevole che son io che perdo molto,
anzi tutto.

Ciascuno di noi è univoco come persona.
Un mondo, tutto da esplorare, quando incontra l'altro-a giusto-a.
Lei era addirittura una Galassia...
Ma questa galassia mi stava risucchiando,
in un vortice che mi avrebbe annullato
completamente
forse perché sono semplicemente una stella di infima grandezza,
piccola e insignificante.

Ancora poco e mi sarei ritrovato in un inespugnabile buco nero.
Spero di riuscire ad arrestarmi sull'orlo...
ma a quale prezzo?

Se il mio animo duole
ogniqualvolta contempla la bellezza
di cui condividevamo entrambi
una stessa visione oggettiva e soggettiva
che senso avrà mai la mia vita?

5 commenti:

Semplicementeio ha detto...

non ti conosco, ma se avessi due desideri da poter esaudire uno lo cederei volentieri a te...

Jonathan Livingstone ha detto...

"semplicemente, io" sono commosso... grazie.

Semplicementeio ha detto...

no...chi ringrazia esce fuori obbligo,dicono dalle nostre parti!

Jonathan Livingstone ha detto...

OK...vuol dire che sono in debito... neppure io ti conosco, ma traspare che sei di animo nobile. Io solo oggi mi rendo conto, forse, di aver vissuto la mia vita su un terribile equivoco... Pensavo che percorrendo il sentiero del bene, sulla mia strada alfine avrei incontrato automaticamente, prima o poi, biunivoche corrispondenze sui valori fondanti dell'esistenza... così non è stato, e forse anzi alla fine spesso accade che si ritrovino insieme nature bipolari.
Oggi rischio di annegare nell'amarezza per lo stato attuale cui è giunto il mio percorso di vita. Parimenti, dentro ho la serenità d'una convinta consapevolezza, di aver agito quasi sempre spoglio dall'egoismo, fondando, prima della mia stessa persona, il rispetto degli altri. Questo mi dà energia morale, liberandomi dall'ansia d'un futuro che per me resta solo l'oggi, in quanto hanno demolito ogni mia aspettativa... non possono quindi più farmi male alcuno... e se pur ora stanno come avvoltoi in attesa d'una carogna, questa sensazione non mi crea angoscia. Mi pongo ancora una volta inerme dinanzi al Gran Giudice della Vita, perchè contro il Male non c'è difesa alcuna. Non posso e non voglio stravolgere la mia indole.
Buona giornata sem... senza nube alcuna che oscuri il tuo raggio di sole.

Anonimo ha detto...

Come puoi aver sopportato tutto questo?

ami chi ti sfugge, fuggi da chi ti ama.

quanta verità in queste poche parole.

Anto